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Nonostante i diversi tentativi di inquadrare la patologia depressiva nel margine della comprensione scientifica, a oggi il temibile cancro dell'anima suscita ancora molteplici e inquietanti interrogativi. Il sapere pedagogico, contraendosi pure a ragione sugli aspetti educativi dell'esistenza, ha mancato di dire la sua su un fenomeno così altamente complesso e talora debilitante. Di fatto, però, non esiste "la depressione": le forme di depressione sono tante quante le persone che ne risultano affette. Di cosa dovrebbe occuparsi, peraltro, la pedagogia, se non di persone? Questo libro si presenta in primo luogo quale forma di aiuto e di sussidio da proporsi in forma mediata ai soggetti depressi. Le storie narrate da Tiziano Ferro, Veronica Pivetti, Roberto Gervaso e John Kirwan confermano che la depressione può colpire chiunque e dimostrano la possibilità di uscirne o di imparare a conviverci: il suicidio non è una risposta al dramma depressivo, ma una sterile fuga dall'oscenità esistenziale. La ricerca scientifica comprova come scrivere un diario e, a mente lucida, un'autobiografia possano coadiuvare l'alleggerimento del fardello e degli strascichi dell'angoscia depressiva.